A cura di Diego Beretta
Il Club Ciclistico Canturino 1902 ha festeggiato solennemente il centenario di fondazione con varie manifestazioni organizzate dall’inizio del 2002 alla fine del 2003.
L’istituzione di questa gloriosa Società risale, infatti, al 14 luglio 1902 per merito di Carlo Meroni, un uomo di grande ingegno e grande carisma, che mantenne il timone del nuovo Club fin quasi agli inizi degli anni trenta.
Il Club nacque ponendosi come obiettivo l’attività cicloturistica, ma non disdegnò l’organizzazione di felici castagnate, feste danzanti e grandi raduni a cui parteciparono diversi Club non solo lombardi e ai quali rese visita in occasione di organizzazioni di questo tipo da parte loro.
Al fianco della nuova Società ciclistica si creò una fanfara i cui musicanti portavano sul loro cappello un distintivo rappresentante un‘aquila che teneva saldamente fra gli artigli una ruota di bicicletta, un simbolo che ha accompagnato ufficialmente tutta la vita del Club Ciclistico Canturino 1902 ed è rappresentato ancora oggi nel suo logo.
Fra gli scarsi documenti che fanno riferimento a quel periodo storico non mancano ordini d’arrivo relativi a competizioni ciclistiche, alcune dal sapore di campionato sociale, disputatisi con agonismo ma anche con tanta allegria e altre, dalla lettura delle cronache, che veramente fanno rivivere il “ciclismo d’altri tempi”, vere e proprie sfide agonistiche, disputate su strade impervie, su percorsi duri e lunghi, nella nebbia e con il freddo.
La divisa grigio verde dai toni militari fu indossata dai protagonisti di questo sodalizio sia prima che dopo la grande guerra. Solo verso gli anni trenta, quando il timone della società passo da Carlo Meroni al figlio Carlo, la divisa subì una radicale trasformazione: camicia bianca e pantaloni alla “zuava” a scacchi bianco-neri.
L’obiettivo del Club non cambiò nemmeno nel periodo della dittatura rimanendo fermo sullo spirito amatoriale.
Scarsa la documentazione che fa riferimento a fatti successi in questo primo mezzo secolo di vita del Club. Due grandi guerre mondiali hanno fatto disperdere preziose testimonianze che sarebbero dovute essere state archiviate presso la segreteria del Club, cosi come nella sede di più importanti Enti che regolamentano lo sport del ciclismo. Reali sono le testimonianze custodite nella ricca bacheca della società, come il primo distintivo coniato nel 1902, affiancato da foto dell’epoca dove si nota sul cappello dei cicloamatori e dei musicanti questa preziosa spilla. Targhe antiche che risalgono ai primi anni del secolo e molti distintivi e coccarde risalenti agli anni trenta testimoniano il risultato di un’attività efficiente e ben organizzata.
Nel 1948, quando non si erano ancora cicatrizzate le ferite lasciate dalla 2° guerra mondiale, quattro appassionati di ciclismo si cimentarono a rifondare il Club, dandogli però obiettivi agonistici, sotto una nuova bandiera dai colori giallo-blu.
Con un crescendo sempre più significativo nella bacheca del Club andarono a depositarsi Coppe, Trofei, simboli di titoli assoluti guadagnati dai propri atleti su strada o in pista in varie specialità e categorie, maglie azzurre e tricolore e fra di esse, la più ambita, quella con i colori dell’iride.
Per tutti questi risultati il C.O.N.I. riconobbe in un primo momento la stella d’argento e poi quella d’oro. La F.C.I. assegnò il Distintivo d’Oro. Il Comune di Cantù la “Cittadinanza benemerita” onorando la preziosa attività del volontariato tramite il quale il nome della Città di Cantù era stato portato, unitamente al nome del Club, sul grande palcoscenico del ciclismo nazionale.
Queste sono le massime onorificenze che possono assegnare tali Enti. Ed è con orgoglio che il Consiglio Direttivo del Club Ciclistico Canturino 1902 le ha poste idealmente al centro del ricchissimo medagliere che ha ereditato e che con altrettanto spirito di chi glielo ha consegnato, vorrebbe incrementare.
Come si è arrivati a tanto? Semplice: uomini brillanti alla guida della società e volontari che hanno lavorato e lavorano nell’ombra con passione, amore e determinazione per educare dei giovani atleti a diventare, se possibile, dei campioni o comunque dare la possibilità a tutti di effettuare dell’attività ciclistica.
Giusto ricordare i nomi dei Presidenti, sia perchè responsabili in prima persona della conduzione amministrativa del Club, sia perché non è possibile elencare i nomi di tutti coloro che (e sono tanti) hanno collaborato affinché la loro gestione potesse sempre chiudere in meglio.
Mario Pozzoli (1948-1952) – Paolo Salice (1953-1963) – Giuseppe de Grandis (1964.1965) – Luigi Marelli (1966) – Giuseppe Anzani (1967-1970) – Aldo Beneggi (1971) – Angelo Cappelletti (1972) – Franco Arnaboldi (1973-1974) – Angelo Arnaboldi (1975-1976) – Innocente Ratti (1977-1979) – Carlo Rossi (1980-1983) – Giuseppe Molteni (1984) – Luigi Radice (1985-1990) – Antonio Borghi (1991-2002) – Flavio Spinelli (2003 – attualmente in carica).
Fino al 1979 la Società gestì la propria attività con i soli contributi dei volontari. Sulle maglie unicamente il nome del Club senza alcun abbinamento pubblicitario per il quale era forte l’opposizione di quasi tutti i componenti del Direttivo. I Presidenti che si sono trovati a reggere le sorti del sodalizio in quel periodo, si batterono per tenere lontano quello che da essi veniva chiamato “semi-professionismo”. Furono anni in cui si tesserarono un gran numero di ragazzi, favorendo il vivaio senza tralasciare di allestire formazioni anche nelle categorie superiori. I bilanci di fine stagione risultarono puntualmente soddisfacenti in quanto il numero delle vittorie, sia pure a carattere provinciali o regionali, fu sempre notevolmente rilevante. Con la presidenza di Carlo Rossi si ebbe una svolta radicale sugli indirizzi del Club, che si ritrovò a vivere il suo periodo di massimo splendore. Rossi lo fece soprattutto con i suoi mezzi, sostenuto da un entusiasmo mirabile che lo portò a dedicarsi anima e corpo al rilancio del Club Ciclistico Canturino 1902 con lo scopo di portarlo alla grande ribalta, non solo nazionale. Chi scrive ha vissuto con lui gli anni della sua presidenza; si è entusiasmato dei risultati che giunsero copiosi ed importanti e può tuttora testimoniare la grande generosità di quest’uomo nei confronti del Sodalizio. Quando Rossi fu costretto ad abbandonare la presidenza per ragioni personali, il Club ricadde nella normalità. Dopo un anno di transizione, Luigi Radice apri agli sponsor trovando il Consiglio Direttivo ormai maturo ad accettare questa decisione. Con le inserzioni pubblicitarie e l’aiuto economico delle Aziende del Canturino, ma soprattutto con quello della Cassa Rurale ed Artigiana di Cantù, il Club ricominciò a “vivere”, anche se solo con la squadra degli Juniores. Con il supporto degli sponsor si poterono tesserare, accanto a giovani promesse, atleti di un certo spessore tecnico. Con loro tornarono abbondanti e importanti risultati. Oggi la maglia da gara, tutto l’abbigliamento, le ammiraglie ed altro, sono coperti, anche negli angoli più remoti, con i nomi degli sponsor, perché è solo con loro che la società può continuare la propria attività agonistica. Con il loro sostegno il Club Ciclistico Canturino 1902 si appresta ad affrontare le sfide quotidiane per poter raggiungere e festeggiare il secondo centenario di fondazione
Questa è la consegna che gli attuali Dirigenti del Club affideranno a coloro che li sostituiranno, con l’augurio che essi possano vivere momenti emozionanti come quelli vissuti da chi li ha preceduti, entusiasmarsi davanti a tante vittorie e non demordere nei momenti di sconforto. E soprattutto onorare con il loro volontariato quella gloriosa maglia dai colori giallo-blu e quell’aquila che, nonostante il passare del tempo, non ha mai perso una penna.